La potatura
La nostra esperienza come agricoltori ci ha insegnato l’importanza di adattare ogni pratica viticola ai cicli naturali, stagione dopo stagione.
Nelle operazioni di potatura cerchiamo di evitare la domesticazione della vite in modo standard, privilegiando lo sviluppo “tridimensionale” della pianta, che viene mantenuta viva utilizzando tutti i vasi.
Teniamo sempre a mente non soltanto la resa qualitativa al momento della vendemmia, ma anche il rispetto della pianta e la sua longevità: una buona potatura è quella che garantisce un buon invecchiamento delle viti.
La propagazione della vite
Propaghiamo la vite tramite selezione massale al fine di mantenere la massima variabilità genetica all’interno della stessa varietà.
Generalmente utilizziamo le talee; talvolta adottiamo la tecnica della propaggine, che consiste nell’incurvare un ramo della vite-madre e ricoprirlo di terra per un certo tratto, in modo che sviluppi un apparato radicale e dia vita a nuovi germogli.
Per rimpiazzare le fallanze che possono fisiologicamente presentarsi nel vigneto e contenere il più possibile gli estirpi, le piante morte vengono sostituite con piante innestate su portainnnesto di vite americana con l’antica tecnica dell’innesto a gemma.
Questo metodo prevede l’innesto di una gemma sul ceppo di una vite madre, adeguatamente pulito e preparato, inserendo un meristema, ovvero cellule in continua moltiplicazione, invece di porzioni già lignificate. Ciò massimizza le probabilità di un lungo invecchiamento della vite innestata.
Da diversi anni abbiamo recuperato inoltre l’antica pratica di seminare i vinaccioli delle nostre viti migliori per originare nuove piante-figlie, al fine di ottenere viti-figlie molto simili al genitore, ma con alcuni caratteri unici e selezionare così varietà nuove e più resistenti.