Viticoltura e permacoltura

Mentre l’agricoltura moderna è imperniata sull’idea che la natura vada domata e forzata, la nostra visione mette al centro il principio della cooperazione con l’ambiente naturale. Crediamo inoltre che ponendosi in rapporto con ecosistemi complessi e cicli naturali, l’agricoltura vada pensata come una pratica in continua evoluzione.

Troviamo nei principi della permacultura e nella concezione sviluppata da Masanobu Fukoka nel saggio La rivoluzione del filo di paglia diverse analogie con il nostro pensiero, che nel corso dei decenni è maturato di pari passo con la nostra esperienza enologica.

Ciascun essere vivente, animale o vegetale, ha un suo posto e un suo preciso ruolo all’interno dell’ecosistema. Quando parliamo di biodiversità intendiamo proprio questo: un delicato equilibrio di “forze naturali”.

Il principio che sta alla base dell’agricoltura del “non fare” di Fukoka si avvicina molto alla nostra idea di viticoltura: una pratica non invasiva, in cui gli interventi dell’uomo sui processi naturali siano ridotti al minimo. Ecco perché, ovunque possibile, abbiamo mantenuto bosco, promuovendo l’inerbimento perenne nei vigneti: un trionfo di vita, di diversità, di ricchezza.

L’importanza dell’inerbimento - Racconti - ROAGNA

Contrastare gli effetti del cambiamento climatico

Fino al 2001 nei nostri vigneti sfalciavamo l’erba una volta l’anno. Da allora, anche in funzione del variare dei cicli meteorologici, abbiamo scelto l’inerbimento totale: vogliamo che la vigna sia un giardino pieno di diversità.

Un esempio? Nel vigneto Pira crescono numerose varietà di menta selvatica, insieme a fiori, funghi, erbe e piccoli arbusti. Il suolo brulica di vita: insetti, farfalle, uccelli, lombrichi e piccoli animali convivono in equilibrio.

L’erba calpestata crea una pacciamatura naturale, importantissima per mantenere il terreno fresco e rallentare l’evaporazione. In questo modo evitiamo che le viti vivano condizioni di stress: al contrario, grazie alla ricchezza e vitalità della terra, le radici riescono a spingersi in profondità ed estrarre elementi preziosi dal sottosuolo.

Ogni prodotto del suolo è una risorsa preziosa. I tralci di potatura, ad esempio, vengono adagiati nelle interfile e in un paio d’anni si decompongono naturalmente, arricchendo il terreno di sostanze organiche.

Il vigneto è un habitat in equilibrio che non ha bisogno di reintegrazioni esterne: niente concimi né letamazioni, quindi, che andrebbero ad interferire con i processi organici. Rispettiamo invece la fisiologica capacità della terra di adattarsi a condizioni ambientali anche molto differenti tra loro.

Un nido nel vigneto Pira – Castiglione Falletto